giovedì 22 settembre 2016

LA PIRAMIDE DEL MOVIMENTO



LA PIRAMIDE DEL MOVIMENTO
Non si possono risolvere i problemi di peso solo con una corretta alimentazione.E' necessario modificare il proprio stile di vita aumentando il movimento.
La piramide del movimento settimanale è davvero ben fatta. Da delle indicazioni settimanali su quanto movimento fare mediamente in una settimana per conservare uno stato di salute ottimale ed allontanare le patologie che più si accomunano alla sedentarietà dilagante di oggi!
La riflessione che mi sovviene, guardandola di primo acchito, è che la punta della piramide, che contrassegna l’attività che bisogna fare il MENO possibile, purtroppo, per la maggior parte del genere umano che vive nel mondo occidentale, diventa la base! Infatti, passiamo anche 10 – 12 ore al giorno seduti tra lavoro al PC e davanti alla TV. Indottriniamo in tal senso, sin da piccoli, anche i bambini che tra scuola, compiti a casa e gioco al PC o alla Playstation passano più o meno seduti le stesse ore degli adulti. Stare seduti tante ore ci uccide letteralmente!
Il problema è che il sistema scolastico e quello lavorativo della moderna società è tutto organizzato per apprendere e/o lavorare da seduti.
Al progresso tecnologico-culturale, ahimè, non è seguito quello genetico. L’essere umano è un animale fatto per muoversi e quindi lo stile di vita attuale lo ammazza!
La soluzione?
Come più volte ho scritto sul mio blog, , sicuramente non possiamo cambiare il sistema scolastico e quello lavorativo tornando ai tempi della pietra, ma dobbiamo assolutamente prevedere ed organizzarsi di conseguenza per eseguire un attività fisica quotidiana.
Basterebbe già camminare tutti i giorni almeno un ora per scongiurare varie patologie. Però credo che ritagliarsi un ora al giorno da dedicare al proprio corpo con un allenamento organizzato sia d’obbligo come lavarsi i denti.
Prendi spunto dalla piramide ed impegnati affinché nel tuo quotidiano ci sia del sano e rigenerante movimento.
By Prof. Gianni Carleo

domenica 18 settembre 2016

CHI FA SPORT RENDE MEGLIO A SCUOLA


Chi fa sport va meglio a scuola
Proibire ai figli con brutti voti di "distrarsi" con le attività sportive è un grosso errore. Autorevoli studi dimostrano infatti che chi pratica uno sport a livello amatoriale ha maggiori capacità di concentrazione, attenzione e autocontrollo. E migliori risultati in pagella.
.Gli studi dimostrano che anche dopo soli 5 minuti di attività fisica i soggetti mostrano risultati migliori nei test che misurano abilità intellettuali. Ma lo sport ha effetti anche sulla quantità e qualità dei compiti svolti a casa: il 48% degli atleti si dedica allo studio a casa per tre ore in più alla settimana rispetto a coloro che non fanno attività extra-curricolare.
“L’ambiente dello sport è da sempre un luogo sano che tiene impegnati i ragazzi in maniera virtuosa” spiega il Dottor Andrea Grasso, Specialista in Ortopedia e Direttore del Trauma Sport Center della Casa di Cura Villa Valeria di Roma: “questo ha effetti diretti sul comportamento e il rendimento scolastico ma soprattutto il senso di autodisciplina acquisito nello sport si riflette anche nell’attenzione in classe e nello svolgimento dei compiti a casa”. “Le numerose ricerche condotte sull’argomento hanno messo in luce molti effetti positivi di una regolare attività fisica e sportiva: i giovani atleti hanno voti più alti della media, specialmente nella lingua madre e in matematica, si diplomano in tempo e fanno meno assenze” prosegue Grasso “Una interessante ricerca inglese su 5mila ragazzi ha rilevato ad esempio che un esercizio di 17 minuti in più al giorno per i maschi e 12 minuti per le femmine migliorano i risultati scolastici nelle materie scientifiche e i benefici perdurano negli anni successivi”.
Gli studenti di medie e superiori che fanno sport perdono il 51% in meno di giorni di scuola e presentano il 42% in meno di assenze ingiustificate. I giovani atleti inoltre sono meno coinvolti i risse e atti vandalici (rispettivamente il 27 e il 28% in meno). L’attività fisica può avere un impatto positivo sulle capacità cognitive e attitudinali che sono una componente importante del successo scolastico ma ha un impatto diretto anche sulla crescita del cervello in termini di plasticità e connessioni tra i neuroni. Chi fa sport infatti - continua la ricerca - ha un maggiore afflusso di ossigeno al cervello, un incremento nel livello dei neurotrasmettitori e un aumento dei fattori neurotrofici come i fattori di crescita. In ricerche effettuate scansionando il cervello di un gruppo di persone cronicamente sedentarie che si sono sottoposte ad un training fisico, si è immediatamente evidenziato un aumento del volume dell’ippocampo, la zona del cervello associata a memoria e apprendimento.   By Prof. Gianni Carleo

sabato 17 settembre 2016

SPORT E' VITA


Lo Sport fa bene:Aspetti psicologici dell'attività sportiva



 Lo sport aiuta ad acquisire una maggiore sicurezza nei movimenti, i muscoli si rinforzano; dal punto di vista psicologico aiuta a riacquistare fiducia e stima di sè; in questo senso il gesto sportivo consente alla persona di trasformarsi da fruitore passivo a protagonista dell’azione .Lo sport e l’attività motoria sono da tempo riconosciuti come fonte di benessere psico-fisico. L’approccio bio-psico-sociale riconosce come gli aspetti fisiologici, le caratteristiche individuali e il contesto socio-ambientale contribuiscano in modo integrato alla percezione di disagio e di disabilità. In tal senso lo sport si può porre come un importante fattore di inclusione e facilitazione, svolgendo un ruolo fondamentale nel valorizzare la persona.
Attraverso lo sport è possibile infatti il recupero e il mantenimento mirato delle potenzialità individuali esitenti e delle abilità e risorse. Tali abilità non sono solo “residue”, ma anche “latenti ed inespresse” a causa del fatto che spesso l’individuo non sa di possederle e quindi non le utilizza.
L’attività fisica è utile inoltre per sviluppare le capacità cognitive, ossia il modo di affrontare i problemi e la capacità di diventare consapevoli del proprio corpo e del modo di muoversi. Può aiutare ad affrontare situazioni nuove, a convivere con emozioni negative, a
sfruttare l’energia di quelle positive, a scoprire il piacere procurato dal contatto con la natura e dalla relazione positiva con le altre persone.
Può costituire un motivo di emancipazione e crescita, attraverso il confronto con gli altri, la verifica, la percezione immediata della propria efficienza e l’affinamento delle capacità auto-regolative.Lo sport è inoltre un mezzo per migliorare la qualità di vita attraverso un potenziamento dell’autostima, dell’autoefficacia e della resilienza. Migliorando la forma fisica, si ottengono inoltre cambiamenti a livello dell’immagine corporea, importante componente di benessere.
L’attività sportiva, se di tipo agonistico, permette di sviluppare l’autodisciplina finalizzata ad un obiettivo, di accettare la sconfitta e tollerare gli insuccessi, di acquisire maggiore autonomia e socializzazione. La partecipazione simultanea delle molteplici esperienze motorie e sensoriali, ma anche cognitive ed emozionali, consente inoltre all’individuo la possibilità di scoprire o ritrovare valori,motivazioni, scopi, mete.Ogni persona può avvicinarsi allo sport, se correttamente supportata. Tale supporto deve essere personalizzato, al fine di rendere più efficace l’attività e prevenire e gestire eventuali difficoltà. È infatti impor tante una conoscenza, dal punto di vista psicologico degli effetti collaterali di un’attività sportiva mal pro posta o non adattata: occorre un contesto adeguato, un ambiente favorevole e rassicurante, nel quale gli stimoli siano adeguati alla condizione fisica del partecipante. Solo così è possibile creare i presupposti per motivare, evitando fallimenti o disillusioni.  By Prof. Giovanni Carleo.